

María dell’Immacolata Concezione, al secolo María Isabel Salvat y Romero, nasce a Madrid il 20 febbraio 1926 dai coniugi Ricardo Salvat Albert e Margarita Romero Ferrer. Terzogenita di otto figli, riceve un’educazione di qualità.
Il 24 maggio 1932 fece la sua Prima Comunione. Allo scoppio della guerra civile spagnola, nel 1936, dovette fuggire a Figueira da Foz, in Portogallo; tornò in patria due anni dopo.
Con alcune compagne, il 10 dicembre 1943, aderì all’associazione delle Figlie di Maria e ogni sabato s’impegnava a compiere qualche azione speciale per farle piacere.
Un giorno bussò alla porta di casa, per la questua, una religiosa, suor Aña María, che faceva parte della ‘Compañía de las Hermanas de la Cruz’, fondata a Siviglia da S. Ángela de La Cruz.
Ormai diciottenne, l’8 dicembre 1944 entrò come postulante nella ‘Compagnia delle Sorelle della Croce’. Compì la vestizione religiosa il 9 giugno 1945, assumendo il nuovo nome di suor María de la Purísima de la Cruz. La professione temporanea avvenne il 27 giugno 1947, mentre quella perpetua fu il 9 dicembre 1952.
Sin dal noviziato le sue virtù si accrebbero continuamente. Inoltre, grazie all’educazione ricevuta, conosceva bene tre lingue: il francese, l’inglese e l’italiano. Per le sue doti umane e spirituali, appena professa, fu destinata alla casa di Estepa e 5 anni dopo, nel 1959, fu eletta Superiora di questa comunità. Nel 1966 fu chiamata alla Casa madre di Siviglia, dove servì come ausiliare del noviziato e poi come maestra delle novizie.
Tre anni dopo, la ‘Compagnia della Croce’ tentò un’organizzazione in Province: suor María de la Purísima fu responsabile di una di esse, ma l’esperienza non ebbe seguito. Divenne quindi Consigliera Generale e, in seguito, Superiora della comunità di Villanueva del Río y Minas, provincia di Siviglia. Durante quel mandato si svolse il Capitolo Generale: l’11 febbraio 1977 fu eletta Madre Generale. Per altre due volte fu rieletta all’unanimità.
L’evento più grande del suo generalato fu la beatificazione di suor Ángela de La Cruz,svoltasi a Siviglia il 5 novembre 1982 per opera di San Giovanni Paolo II, durante il suo primo viaggio apostolico in Spagna. Terminata la celebrazione, il Papa visitò il convento delle suore per pregare davanti al corpo incorrotto della neo-beata e parlò a lungo con madre María de la Purísima.
Pur rivestendo una responsabilità così grande, cercò sempre di passare inosservata e di attirare l’attenzione il meno possibile. Le sue cure maggiori erano rivolte verso le donne anziane e ammalate: quand’era superiora a Villanueva del Rio y Minas, scendeva personalmente nelle caverne dove abitavano e, con sua gran gioia, preparava loro da mangiare, le lavava e faceva il bucato.
Grande era anche la sua preoccupazione per le consorelle, in particolare per quelle che incontravano difficoltà: era per tutte una madre comprensiva, dedicava tempo ad ascoltare e consigliare le sue figlie, infondendole amore e fedeltà alla vocazione, spirito di fede, di abbandono e ubbidienza alla volontà di Dio. 
In una sua lettera circolare, lasciò scritto: «Quanto più è forte il nostro amore per il Signore, tanto più amiamo la nostra vocazione e ci entusiasma tutto ciò che ci compete: l’amore per i poveri, lo stare ai piedi di tutti… perché vediamo in esso delle occasioni per dimostrare a Lui il nostro amore».
Nel frattempo, la Compagnia della Croce crebbe di numero, tanto da rendere necessarie le nuove fondazioni di Puertollano, Huelva, Cadice, Lugo, Linares e Alcázar de S. Juan. Anche in Italia se ne creò una, a Reggio Calabria (nel 1984), per l’assistenza delle anziane inferme e ammalati a domicilio.
Nel 1994 apparve la grave malattia che la condurrà alla morte: durante l’estate di quell’anno fu sottoposta a una mastectomia e in poco tempo riprese la sua attività normale, adempiendo tutti gli obblighi inerenti alla sua carica come se nulla fosse successo. Nei quattro anni che sopravvisse, raddoppiò il suo sforzo per infondere unione, gioia, e un grande amore a Dio in tutte le Sorelle: “accanto a lei si respirava Dio”.
A settembre del 1998, madre María de la Purísima iniziò un’ulteriore visita canonica alle comunità in America del Sud. Intraprese il viaggio accusando già febbre alta, ma non si fermò fino al ritorno a Siviglia. A causa del malessere era divenuta inappetente, ma cercava di non pesare alle consorelle. Si recò dal medico per avere i referti di alcuni esami, chiedendogli di essere sincero nei suoi confronti: aveva ormai cinquant’anni di professione religiosa alle spalle e la morte non le faceva paura. Il medico, ringraziandola per avergli facilitato il compito di darle una notizia tanto gravosa, le spiegò la natura del suo male: un tumore al fegato e ai polmoni. Sorridendo, la religiosa citò il Salmo 122: «Quale gioia, quando mi dissero: “Andiamo alla casa del Signore!”».
Il 30 ottobre 1998, dopo aver ricevuto un ciclo di chemioterapia, si ritirò in infermeria perché si sentiva stanca: all’alba dell’indomani si addormentò per sempre. Aveva 72 anni.
Fu sepolta nella cripta della Casa Madre, nello stesso punto dove per 50 anni era rimasta seppellita la Fondatrice.
Beatificata a Siviglia il 18 settembre 2010 dal cardinale Angelo Amato S.D.B., prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, in qualità di Legato pontificio di Papa Benedetto XVI (Joseph Aloisius Ratzinger, 2005-2013), è stata canonizzata, insieme ai coniugi Louis e Zélie Martin, genitori di Santa Teresa di Lisieux, e a don Vincenzo Grossi, sacerdote diocesano, fondatore dell’Istituto delle Figlie dell’Oratorio, da Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio, 2013-) domenica 18 ottobre 2015 in Piazza San Pietro.
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